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IL PARADOSSO ITALIANO DEI MAGISTRATI TRIBUTARI



L'Italia, Patria del diritto! Culla della civilta' giuridica!

Una giovane Democrazia ! Ancora acerba! E non matura per affrontare le grandi sfide globali!


Una Democrazia apparente! una Stampa che è “one way” tanto da essere degradata nella classifica mondiale del rispetto della “verita'” che non ti permette di avere possibilita' di scelta per poter analizzare i fatti in maniera asettica, obiettiva!


Si costringono i cittadini, sempre per chi se lo puo' permettere, di leggere testate straniere per poter vedere di capire cio' che di vero c'è, accade, e non subire in maniera subliminale un messaggio nato e propinato in maniera distorta !


Parliamo di “paradosso italiano dei magistrati tributari”!


Per correttezza ed onesta intellettuale cerchero' di stigmatizzare cio' che di kafkiano sta accadendo in Italia a discapito di grandi, oneste professionalita', alla merce' di uno Stato sfruttatore ed oserei dire “con il fioretto” che uccide o quanto meno ferisce a morte!


La situazione dei “magistrati tributari”: con la scusa del PNRR si è definitivamente (ma non lo spero ed auguro) sottoposti alla mannaia e falcidia di un settore che direi “fondamentale” per l'economia italiana.


Infatti qualsiasi investitore straniero, non ha la certezza giuridica ed economica che il proprio “core busisness” possa essere stabile a causa della mole di norme tributarie che si susseguono sistematicamente piu' volte al mese rendendo l'attivita' sia dei consulenti che dei magistrati, molto ardua!


L'attivita del magistrato tributario in Italia è veramente mortificante! Oneri non indifferenti, studio continuo con aggiormento “permanente” cercando di equilibrare lo strapotere della amministrazione finanziaria ed i diritti del contribuente, vessato a piu' non posso!


Tutto questo con spiccioli a fronte di attivita' professionale di grande responsabilita'.


Nulla di tutto questo! il legislatore, frettoloso di emanare una legge strutturale e farsi bello davanti all'Europa! Tutto per i soldi del PNRR, ha perso l'occasione di poter definitivamente equiparare il lavoro dei magistrati tributari a quello del settore civile, penale, amministrativo e contabile.


Una legge che stravolge i diritti acquisiti, che mette in indebita competizione magistrati togati e magistrati che di “onorario” nulla hanno a che vedere!


Ma la Patria del diritto in barba alla separazione dei poteri ma soprattutto a tutela del diritto alla difesa, offre una MAGISTRATURA PARZIALE sottomessa al Ministero delle Finanze.


In Europa non riescono a comprendere come possa accadere che nelle controversie tributarie, il cittadino debba essere giudicato e sanzionato da un “giudice dipendente dello stesso Ente accertatore e creditore” !


Ma nonostante minacce di “procedure di infrazione” l'Italia procede nella sua linea distorta, illegittima, violativa dei diritti delle persone e nel dare un “esempio di illegalita' strafottente ed arrogante” come è “arrogante il potere politico!"


La fortuna vuole che i magistrati i tributari hanno una grande coscienza e professionalita' e si rendono conto che il loro obiettivo e una “giustizia sostanziale” e non certamente “contribuire alla riscossione delle imposte o all' incondizionato diritto supremo alla percezione del tributo, ad ogni costo”.


Gli aspetti di “imparzialita'” sempre stigmatizzata ma mai risolta! Sia con la riforma tributaria (commissioni di studio assolutamente inutili e solo per apparente democraticita) e la legge Cartabia è stato fatto tutto! purchè nulla cambi!


A cio' si aggiunga e non è di poco conto! Che l'esempio cristallino di illegalita' viene non dal “suddito” ma dallo Stato che deve proteggere e rispettare e far rispettare i diritti costituzionali!


E' vergognoso il trattamento economico verso i magistrati tributari e di tutti coloro che in molteplici vesti, assicurano il funzionamento della GIUSTIZIA in Italia.


Se l'Italia deve essere il fiore all'occhiello delle democrazie occidentali inizi subito lo Stato a dare il buon esempio! Rispetti i diritti acquisiti ed acquisendi di tutta una struttura funzionante al suo servizio! Si comporti correttamente se vuole pretendere come è giusto che sia, il rispetto da parte del cittadino!


E’ positivo aver previsto un giudici professionale a tempo pieno che debba essere giustamente retribuito ma non più dipendente dal MEF ma dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.


Per inciso conoscendo la realta' anglosassone da diversi anni posso solo precisare che vi è una contrapposizione fra due organi, le courts ordinarie e gli administrative tribunals.


I secondi sono organi creati dalla legge in base a specifiche esigenze e formano, nella loro diversità l’uno dall’altro, un continuum fra giurisdizione e amministrazione: sono emanazione di quest’ultima, ma decidono nel merito, essendo poi le courts (Court of Appeal e Supreme Court) adite solo per questioni di diritto.


Nel caso del fisco, i tribunals sono la Tax Chamber of the First-Tier Tribunal, formata da giudici professionisti ed in parte da giudici onorari, e l’Upper Tribunal, che però è competente solo per questioni di diritto.


Questo sistema ha rimpiazzato:

1. i General Commissioners of Income Tax, che avevano ispirato le originarie commissioni italiane per la loro diffusione (operavano a livello locale) e composizione (i componenti erano cittadini indicati da comitati consultivi locali), nonché per la dipendenza dall’amministrazione fiscale;

2. gli Special Commissioners, veri esperti di diritto, la cui organizzazione dipendeva dal Ministero della giustizia;

3. i VAT and Duties Tribunals, anch’essi composti da esperti di diritto tributario e anch’essi assistiti dal Ministero della giustizia.

Il quadro della giustizia tributaria nel Regno Unito si è, quindi, assestato su organi in posizione intermedia rispetto a quelli che li hanno preceduti, cercando un compromesso fra la professionalizzazione e la partecipazione di soggetti non esperti di diritto e garantendo all’interno del sistema un giudice di legittimità, che prima era unicamente esterno al sistema (le courts).


Nel Regno Unito contro gli atti di accertamento riscossione e sanzionatori, è ammesso impugnazione, denominata“appeal”, dinanzi alla Tax Chamber (camera tributaria). Il previgente sistema basato sui Generai e Special Commissioners e’ stato sostituito per ogni tipo di imposta diretta ed indiretta dal First Tier Tribunal(FTT)e dall’UpperTribunal (UT).


I casi standard e complessi sono trasferiti a Londra, Manchester o Edimburgo.

Contro le decisioni dei Tribunali fiscali di primo grado è possibile proporre appello avanti alle Courts of appeal e quindi – in casi eccezionali – alla Supreme Court (che ha sostituito la House of Lords).


In breve e concludo! Abbia il coraggio il Governo Italiano di rispettare esso stesso i principi costituzionali se intende offrire al cittadino una vera Giustizia Tributaria degna del nome e della importanza che necessita.


Mauro Norton Rosati di Monteprandone

Editorial Director - Albany magazine - Albany International School - London

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