I AM STEPHEN HAWKING
Qualche tempo fa un mio amico mi ha consigliato di leggere un libro - “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” di Stephen Hawking. Hawking mi ispira non solo con la sua parola scritta, ma anche con la sua visione della vita e l'atteggiamento costruttivo verso la propria malattia e handicap. Come forse già sapete, lui a 21 anni ha scoperto che soffriva di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia incurabile che progredisce rapidamente fino alla morte.
Il pubblico ha avuto l'opportunità di sentir parlare di questa malattia in un momento in cui i personaggi famosi facevano dei video in cui si rovesciavano adosso una secchiata di acqua gelida (Ice Bucket Challenge). Lo scopo di questa campagna è stato quello di diffondere consapevolezza, empatia e solidarietà nei confronti delle persone colpite da questa malattia. La SLA è una malattia neurodegenerativa e i malati hanno un dolore costante in tutto il corpo; comincia con i crampi e gli spasmi muscolari, ma progredisce fino a una progressiva atrofia e paralisi di tutti i muscoli del corpo. La sensazione con cui vivono è simile a quella quando un uomo sano è esposto ad una temperatura estremamente bassa. Ed è proprio quello il motivo per cui hanno fatto quella campagna in quel modo. Purtoppo è sembrato che molti personaggi famosi non conoscessero l'obiettivo di questa sfida glaciale e che non gli interessasse molto; per loro forse è stato importante solo attirare l'attenzione dei media su se stessi.
Questa campagna ha aiutato Hawking? Io non credo.
All'inizio della malattia i medici gli avevano dato pochi anni di vita. Nonostante le previsioni negative, il suo corpo paralizzato e l'incapacità di articolare suoni e parole, lui è diventato dottore di ricerca, professore di matematica, straordinario fisico teorico, cosmologo, scrittore, viaggiatore, due volte marito e padre di tre figli. Quello che lo interessava di più, potrei dire anche ossessionava, era il rapporto misterioso dello spazio e del tempo: la relazione e la casualità tra essi. Proprio a questo ha dedicato il suo lavoro scientifico.
“Nell'universo infinito ogni punto può essere considerato il punto principale, perché da ogni posto si estendono innumerevoli stelle.” Ispirata da Hawking, ho deciso di pensare che in questo nostro mondo, l'unico che conosciamo e in cui viviamo, ogni individuo possa credere di essere il centro del mondo, perché da ogni nostro lato si espandono innumerevoli possibilità. Come quelle stelle.
“Lo splendore apparente di una stella dipende dalla quantità di luce che essa irradia e da quanto è lontana da noi.” La forza di un nostro desiderio o di un bisogno dipende dal suo splendore, dalla sua eccezionalità (che possiamo capire solo noi), ma dipende anche da quanto è lontano da noi quello che bramiamo così tanto. Come quella stella.
Questo ottantenne ci ricorda che un uomo, a prescindere da tutte le sue disgrazie, potrebbe e dovrebbe camminare per la vita con un'infinita fiducia in vita sola e in se stesso, perché ne vale la pena.
Biserka Jakovljevic, psicoterapeuta